Negli ultimi decenni dell’Ottocento si assiste alla crisi del positivismo e delle modalità narrative ad esso conseguenti, quali il verismo e il naturalismo. Al contempo si registra l’affermarsi di un nuovo orientamento, dettato dal decadentismo. Tuttavia non ha luogo un ribaltamento immediato e radicale della prospettiva, piuttosto si sviluppa un graduale trapasso entro i cui…
Verga e la tragedia del sentimento
Giovanni Verga è sempre stato definito uno scrittore pessimista. Egli stesso si riconosceva tale, additando le sue opere (romanzi e novelle) quale espressione di una concezione tragica del mondo. Eppure, come scrive il critico Luigi Russo, “il pessimista Verga solo in questo non fu pessimista”: nel fondo primitivo dell’umanità, seppe trovare una sanità e una…
Leopardi tra eroismo ed egoismo
Il fervente appello di Leopardi alla natura, sentita come benigna, non va inteso come irrazionalismo mistico, ma come lotta per una civiltà celebrata nella sua totalità e come impegno per valorizzare l’uomo nella sua integrità. In questo scenario si sviluppa una “biforcazione” (termine usato da Walter Binni in un saggio): da un lato si staglia…
L’artista (Monet) e l’artigiano (Boudin)
Era un alunno indisciplinato Claude Monet. Durante le lezioni, che lo annoiavano, usava fare schizzi, irriverenti, dei suoi maestri. Una pratica, questa, poco raccomandabile, visto il contesto, ma che si rivelò assai utile nel valorizzare il suo talento di disegnatore. Ben presto, in tutta Le Havre, Monet, appena quindicenne, divenne una celebrità come caricaturista. Cominciò…
Poussin e i pastori
Chiarezza, logica ed ordine sono i principi ispiratori della narrativa pittorica dell’artista francese Nicolas Poussin: si possono riscontrare, con significativa evidenza, nel quadro “Pastori dell’Arcadia” (1650). La composizione si caratterizza, anzitutto, per l’iscrizione “Et in Arcadia ego” – ricorrente nell’arte barocca e neoclassica – che sta a simboleggiare, al di là della traduzione letterale, sia…
Franz Marc e i cavalli azzurri
E’ considerato il manifesto del movimento espressionista tedesco il quadro “I grandi cavalli azzurri” (1911) di Franz Marc. Questa corrente pittorica si opponeva al naturalismo e all’impressionismo rivendicando il ruolo dell’artista che, invece di limitarsi ad un ruolo comprimario rispetto al dato oggettivo o alla sensazione fugace, imprime nel dipinto la propria identità e il…
Maupassant, Cechov e l’inedito in ogni cosa
Maestri incontrastati del racconto breve, entrambi rifuggono da un’impostazione libresca. La loro tensione a scrivere deriva non da una radice letteraria e accademica, ma dalla fresca sorgente della vita. Sta parlando di Maupassant e di Cechov – in un saggio pubblicato sulla rivista “The Slavonic Review” – il critico sloveno Janko Lavrin, il quale, nello…
Don Ferrante e quel “mariolo” di Machiavelli
L’ironia di Manzoni – sua cifra morale e stilistica per eccellenza – ingaggia un lavorio sottile e penetrante sulla figura di don Ferrante, in cui si specchia la sagoma del mediocre erudito seicentesco. Il marito di donna Prassede si vanta, esibendola con patetico orgoglio, di una cultura “vastissima”. In realtà essa si svilisce in una…
Landolfi e il terrore per le parole
Ha sempre voluto restare nell’ombra, ma le luci della ribalta gli hanno comunque arriso, a dispetto di riserve e ritrosie. Tommaso Landolfi, espressione di eccentricità e stravaganza, non poteva dunque sottrarsi all’attenzione, prima semplicemente curiosa, poi vorace, della critica e del pubblico. Ad alimentare l’attrazione per questo autore, arguto e schivo, hanno contribuito le sue…
Thomas Mann e i miasmi della letteratura guasta
Era temuto come saggista, Thomas Mann. Certamente la notorietà guadagnata sul versante critico non era pari alla celebrità legata alla dimensione narrativa. Tuttavia, all’epoca, il giudizio espresso da Mann su autori ed opere era sempre tenuto nella massima considerazione e seguito con privilegiata attenzione, non foss’altro che per confutare le argomentazioni da lui addotte. L’autore…