Nel 1950, con la canonizzazione di san Bernardino da Siena, i magistrati di Perugia decisero di erigere un oratorio a lui dedicato, annesso alla chiesa di san Francesco al Prato. Una nicchia della navata fu decorata, nel 1473, con otto storie di san Bernardino, che narrano miracoli da lui compiuti. In questo contesto s’inserisce “San Bernardino guarisce una fanciulla” realizzato dal Perugino. Il santo senese, inginocchiato tra due compagni dell’Ordine francescano, risana una fanciulla, di fronte al manifesto stupore dei familiari. Il fatto è calato in un contesto poco convenzionale: non la casa della famiglia, ma uno scenario contraddistinto da una monumentale architettura di gusto classicheggiante, tra pilastri ornati di candelabre che si succedono come quinte teatrali, finti bassorilievi e altri motivi di estrazione antichizzante, tra i quali spicca una lunga iscrizione al sommo dell’architrave, ispirata all’arco di Tito a Roma. Perugino – che in questo dipinto rivela la sua educazione prettamente umanistica avvenuta nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio – mira ad esaltare gli effetti preziosi e l’ambientazione mondana, suggerita dall’agghindato manichino collocato sulla destra del quadro. Si contano dieci personaggi, suggellati all’interno di un nucleo narrativo compatto, cementato dal silenzio e dal raccoglimento. La passione dell’artista per il paesaggio è data dall’inserzione, sullo sfondo, di una valle invasa da una luce dal sapore lirico e dolce, echeggiante la dimensione cromatica propria di Piero della Francesca.