E’ un amico dell’artista fiorentino Agnolo Bronzino il soggetto del quadro (1540) “Ritratto di giovane uomo con libro”. Spicca, anzitutto, la posa ben eretta della figura, come pure risalta lo sguardo (inficiato da un leggero strabismo) fisso, al punto da sembrare intimidatorio, sullo spettatore. Il libro – l’altro protagonista della tela – non si vede chiaramente, ma lo si intuisce perché collocato in un’avvolgente penombra. Il volume è appoggiato verticalmente, è aperto e tra le pagine è infilato un dito della mano destra del soggetto. Si ha l’impressione che l’amico di Bronzino (si suppone fosse un giovane letterato appartenente alla cerchia del granduca Cosimo I de’ Medici) brandisca, sebbene con rispettoso garbo, il libro come uno strumento per esibire una superiorità intellettuale: la mano sinistra, distesa con posa elegante sul fianco sinistro della figura, svolge una funzione di equilibrio rispetto all’altra mano che “impugna” il volume e, al tempo stesso, contribuisce ad accentuare la posizione manifestamente eretta del soggetto. Il quadro presenta una delle caratteristiche del linguaggio pittorico di Bronzino, ovvero il tono freddo, testimoniato, in questo caso, dal rigido sfondo architettonico. Un tono riscontrabile anche nell’incarnato del soggetto, levigato, senza alcuna increspatura ad incrinarne il tessuto epidermico. Questa caratteristica richiama, nella sua essenza, l’arte di Bronzino, impegnata con dedizione costante a realizzare una descrizione dei soggetti e degli ambienti dal tratto composto, signorile, quasi calligrafico.