Le sue prime prove si erano limitate ad un abbozzo. Finalmente con “Il mulino di Flatford” (1816) John Constable realizzava un’opera compiuta. Nessun ripensamento, dunque, tale da bloccare il processo creativo: una costante, questa, caratterizzante gli inizi della sua carriera. Nel dipinto l’artista inglese raffigura una scena di vita quotidiana in campagna. Viene rievocato un contesto risalente all’infanzia del pittore, trascorsa nella regione di Suffolk, nei pressi del fiume Stour (che compare in più di un’opera). Constable dedica una privilegiata attenzione non solo allo spettacolo della natura, verso la quale sente un trasporto fiducioso e vibrante, ma anche alle attività umane. Nel quadro si stabilisce così un rapporto armonico tra la natura e l’uomo. Si tratta di un messaggio mirato quello formulato dall’artista, che voleva così schierarsi contro coloro, tra gli intellettuali, che invece criticavano la natura perché concepita ostile verso l’individuo e il suo nobile e laborioso operato. Una tematica, questa, che è un classico della narrativa e della poetica dell’Ottocento. Spicca ne “Il mulino di Flatford” il ragazzo a cavallo, raffigurato in primo piano, che sta aspettando che sia sciolto il nodo della fune che lo lega al barcone. Sullo sfondo le case sembrano fondersi con il paesaggio circostante: tale fusione contribuisce a dare alla composizione un senso di compattato equilibrio. Un ruolo importante, nella dinamica della tela, è svolto dall’amato fiume: la visione centrale, infatti, è imperniata sulla linea curva del suo letto. Si ha l’impressione, tanto la rappresentazione è condotta con ponderata meticolosità, che il fiume continui a scorrere oltre i confini del quadro. Magistrale è l’uso dei colori (declinati soprattutto nel marrone, nel verde e nel giallo) tutti opportunamente sfumati, con l’obiettivo di rendere – nel segno di una devota fedeltà al vero – la dimensione della natura nella sua classica gradazione cromatica. Nella concezione pittorica di Constable – paesaggista per eccellenza insieme al connazionale William Turner – nessun colore deve risultare dominante.