E’ una libera interpretazione, da parte di Gustav Klimt, del viale di accesso al castello di Schloss Kammer, in Austria. Il confronto tra il dipinto, “Viale nel parco dello Schloss Kammer” (1912) e alcune fotografie che riprendono il luogo mostra infatti come l’artista austriaco avesse modificato la veduta. Nella tela s’impone un’elaborazione pittorica tesa ad “estremizzare” la realtà fattuale. Di questo linguaggio sono testimonianza i rami superiori degli alberi, che sono stati intrecciati in modo innaturale. Questi rami, così configurati, convergono in modo da formare una campana verde; al contempo, l’apertura, a cannocchiale, che conclude e suggella lo squarcio panoramico è congegnata in maniera da ritagliare nella facciata una forma particolare, che richiama i tratti distintivi delle chiese barocche austriache. La linea dell’orizzonte è esclusa dalla composizione e la lunghezza del viale è stata accorciata: attraverso questi accorgimenti, Klimt ha trasformato un paesaggio reale in un’immagine prettamente decorativa. L’artista ha scelto un’inquadratura non frontale, ma diagonale: tale prospettiva contribuisce a rafforzare l’effetto di profondità della visione. L’idea deriva dalle stampe giapponesi, che sull’artista avevano sempre esercitato una significativa influenza. La tela – impostata sul verde, sul marrone e sul giallo – mostra echi sgorganti dalla pittura di van Gogh, in particolare riguardo alla rappresentazione dei tronchi degli alberi, profilati da una linea di contorno scura e animati da tocchi di colore che ne fanno vibrare la superficie. Spicca poi l’incalzante succedersi delle piante, le quali funzionano come le quinte di un palcoscenico e conferiscono al quadro un’agile dinamicità.