La chiesa domenicana di Santa Maria del Rosario fu costruita tra il 1726 e il 1735. Nel maggio del 1737 Giambattista Tiepolo stipulò con i frati domenicani del convento un contratto con il quale si impegnava ad eseguire una serie di affreschi che interessano il soffitto della navata, il presbiterio e il coro della chiesa. Al centro del soffitto della navata campeggia il grande affresco raffigurante l’”Istituzione del rosario” (1737) realizzato in ventuno giornate di lavoro sulle impalcature. La figura centrale della scena è quella di san Domenico che, alla presenza della Vergine in alto tra le nubi, con accanto a sé il Bambino, consegna il rosario al doge, Alvise Pisani. Assistono alla scena numerosi altri personaggi (in alcuni di essi sono ritratti i maggiori esponenti del convento domenicano) e, sulla sinistra, il patriarca Francesco Antonio Correr, accompagnato, a sua volta, dai più alti prelati della curia veneziana. In basso, ai piedi dell’imponente scalinata, precipita l’eresia albigese. Per l’impaginazione della scena, l’artista si è avvalso di un modello del Veronese, il soffitto con l’”Assunzione della Vergine” della chiesa dell’Umiltà, dove si ritrova il motivo della grande scalinata e della balaustra. Così strutturato, l’affresco esalta il ruolo avuto dai domenicani nell’elevazione della ricorrenza del rosario a festività della Chiesa, decisa nel 1714 da Clemente XI. Al contempo, nella figura del doge e in quella del patriarca l’opera celebra rispettivamente il potere civile e il potere religioso. In questo scenario si sottolinea l’attenzione dello Stato veneziano nei confronti della devozione mariana, come pure lo stretto legame tra i domenicani e Venezia.