Quando si tenta, invano, di scalfire la natura del genio. Ricercatori britannici asseriscono di aver individuato una formula matematica che permetterebbe di scoprire in anticipo l’assassino in molte opere di Agatha Christie. Una formula che prenderebbe spunto dagli “errori inavvertitamente” commessi dalla stessa regina del giallo, colpevole (questa volta lo sarebbe lei) di disseminare, fra le maglie della trama, indizi rivelatori. Analisi testuali incrociate avrebbero portato alla luce schemi fissi e preordinati sulla base dei quali la Christie avrebbe poi modellato la sagoma di vittime e carnefici. Per esempio, nei gialli in cui i mezzi di trasporto sono automobili o camion, il killer è donna, In quelli nei quali ci si sposta spesso in barca o in aereo, il colpevole è un uomo.
Anche il modo di uccidere sarebbe rivelatore. Così, se la vittima è morta strangolata o accoltellata, l’assassino è un uomo. Se si è invece usato veleno per suggellare il proposito criminale, l’indice di Poirot o di Miss Marple deve essere puntato contro le donne.
Non c’è dubbio che gli estimatori di Agatha Christie storceranno il naso di fronte a questa formula. Non solo perché è forgiata a posteriori. Ma anche e soprattutto perché mortifica l’onestà intellettuale della scrittrice. Ella, infatti, gioca sin dall’inizio della storia a carte scoperte, dando al lettore tante tracce per giungere all’identità del colpevole, o dei colpevoli.
In un giallo la Christie, da un lato, fa dire a tutti i personaggi che la vittima è stata uccisa con una mazza da baseball brandita dall’assassino “sicuramente con la mano sinistra”, vista l’angolazione del colpo inferto. Ma più volte, durante il racconto, ella ricorda che uno dei sospettati è un bravissimo giocatore di tennis, destro, che eccelle nel rovescio. Quanti lettori, sul momento, hanno pensato che questo particolare all’apparenza banale, era invece decisivo nell’individuazione del colpevole? In un altro giallo, è il semplice accento posto da un testimone della scena del delitto su una frase cruciale: “Non doveva essere lì – dove l’enfasi va messa sul verbo “doveva” e non sulla preposizione “lì” – a permettere a Poirot di scoprire l’assassino.
Insomma, non c’è formula che tenga per spiegare la sagacia (inafferrabile) di Agatha Christie.
