“The buck stops here” letteralmente significa “il daino si ferma qui”. Questa curiosa espressione assurse agli onori della cronaca grazie al presidente degli Stati Uniti Harry Truman, che ne fece una sorta di marchio di fabbrica per dichiarare, senza riserve, che la responsabilità di chi è al vertice di una qualsivoglia istituzione e realtà lavorativa non è mai delegabile. Ne era così convinto che fece forgiare un fermacarte con incise le suddette parole: un fermacarte poi esibito sulla sua scrivania dell’Ufficio Ovale, così da comunicare, a chiunque gli fosse stato di fronte, come stavano le cose e la strategia, categorica ed esplicita, che egli avrebbe seguito per trattarle (e risolverle). Una traduzione meno letterale ma certamente più esplicativa fa sì che il “daino” si trasformi in “scaricabarile”, espressione che indica una pratica assai diffusa nel tempo attuale. Gli storici spiegano che la frase trae origine da una vecchia usanza dei giocatori di poker della Frontiera americana che, durante le partite, si passavano l’un l’altro un pezzetto di pelle di daino per ricordarsi a chi spettava dare le carte. Con il trascorrere del tempo, “buck” ha finito per indicare un qualsiasi contrassegno usato a quello scopo, e l’espressione “passare il buck” assunse il significato di far gravare la propria responsabilità sulle spalle degli altri. La lezione di Truman (che di riforme, anche ardite, ne promosse numerose assumendosi, appunto, sia onori che oneri) è oggi molto spesso ignorata, volutamente, da chi occupa posti di alto e altissimo rango. La conseguenza di questo comportamento, tanto scontata quanto amara, è che a farne le spese – all’interno della singola struttura, presso l’opinione pubblica, nonché nelle corti di giustizia – sono i subalterni, spesso ignari del pernicioso e talora letale “scaricabarile” innescato dal proprio capo: essi si trovano così a dover confutare eventuali accuse cui in realtà dovrebbe rispondere il capo stesso. E solo lui. In questi contesti il simbolico fermacarte di Truman non sarà mai presente sulla scrivania di chi comanda. Nella migliore e più ingenua delle ipotesi, è tenuto ben nascosto nel cassetto. E lì rimane.