Oscar Wilde consigliava, nell’atto di valutare la realtà, di rimanere in superficie, perché se si vuole andare sotto di essa, “lo si fa a proprio rischio e pericolo”: si potrebbero infatti scoprire cose che sarebbe stato meglio lasciare sepolte, e quindi ignorate. Consiglio sicuramente utile in molti casi, ma non sempre. Come dimostra l’approfondita analisi…
Jack London e il canto del cigno
Osserva John Steinbeck nel romanzo “To a God unknown”: “I John sono buoni e cattivi, mai indifferenti. Se un bambino indifferente ha questo nome, non lo conserva. Diventa Jack”. Tale curiosa affermazione è la più lontana dalla verità se si vuole conformarla al profilo dello scrittore statunitense Jack London. Sin da piccolo, infatti, si distinse…
Kierkegaard il malinconico
Sin dall’infanzia Soren Kierkegaard – come egli stesso annotò nel suo “Diario” – fu afflitto da “un’orribile malinconia” che cercò in ogni modo di occultare attraverso, per dirla con Pavese, il mestiere di vivere, portando sulle spalle il peso dell’esistenza sfoggiando, suo malgrado, “un amabile sorriso”. Una malinconia nutrita di lungimiranza e saggezza, espressa nella…
Quando Hemingway entrava e Joyce usciva
Aveva clienti illustri la storica libreria Shakespeare and Company, a Parigi. Da Ernest Hemingway a Ezra Pound, da Francis Scott Fitzgerald a James Joyce, senza dimenticare Gertrude Stein, alcune delle massime personalità dell’empireo culturale solevano convergere in questo luogo d’incanto, ben presto divenuto un’istituzione per eccellenza del mondo delle lettere. Come ogni comune lettore, essi…
Flaubert e le mot juste
A volte impiegava tre giorni per tornire una frase e per trovare la parola perfetta, sfrondando il testo di quei sinonimi sempre da lui sentiti come nemici perché incapaci di rendere nella loro pienezza il senso e il valore del termine scelto, le mot juste. Ancor prima che per i contenuti, Gustave Flaubert (moriva l’8…
Lo scherzo di Mark Twain
Era sempre vestito di bianco Mark Twain, come Lord Jim di Joseph Conrad. Il candore dell’abbigliamento faceva da contraltare, perché meglio risaltasse, all’oscura fanghiglia (“slush”) che dilagava nella società, ipocrisia, vanità, egoismo: mali, questi, che lo scrittore statunitense (morto il 21 aprile di centodieci anni fa) fustigò nel segno di una vigorosa denuncia morale forgiata…
Roland Barthes e l’intellettuale caleidoscopico
Il culto, quasi l’ossessione, per il segno, per il seme da cui fruttifica la parola, e la venerazione per la parola stessa che si fa pietra d’angolo della costruzione narrativa, poteva inguainare Roland Barthes in una veste accademica polverosa e stantia. Il rischio, dunque, era quello di svolgere una funzione culturale ripiegata su stessa e,…
Bulgakov e i manoscritti bruciati
Dovette fare un poderoso sforzo di memoria Michail Bulgakov quando si decise a riscrivere “Il maestro e Margherita”, ovvero il romanzo che lo avrebbe consacrato alla fama letteraria. Sempre sotto il tallone di ferro del regime sovietico, che sistematicamente ne censurava le opere, lo scrittore russo aveva infatti gettato nel fuoco, in un attacco misto…
Hollywood e le fossette di Ingrid Bergman
Quelle quasi impercettibili fossette sulle guance, alla luce di un sorriso, hanno incantato, e continuano a incantare, generazioni di spettatori. E a quelle fossette s’inchinò anche Hollywood. Un’intrigante miscela di fascino, dolcezza e classe, condita dalla disarmante capacità d’interpretare un’ampia gamma di ruoli, ha fatto di Ingrid Bergman una delle icone più rappresentative del cinema:…
Le bionde di Hitchcock
L’attrice Karin Dor era mora, ma Alfred Hitchcock la definì “blonde inside”. Il maestro del brivido era sensibile al fascino femminile: al fascino delle donne bionde, particolarmente sensibile. Da Grace Kelly a Kim Novak, da Tippi Hedren a Ingrid Bergman, sono numerose le figure, nella versione bionda, che hanno recitato il ruolo di protagonista in…