Il dipinto “Creazione degli animali” (1550-1553) di Tintoretto fa parte di una serie di cinque storie tratte dalla “Genesi” che l’artista eseguì per l’Albergo della Scuola della Santissima Trinità a Venezia (che sarà poi demolito nel Seicento per erigere la Basilica della Salute). La varietà degli animali raffigurati nella tela si presenta come una sorta di dinamico e articolato repertorio in cui ciascuna specie è nel proprio elemento. Alla maggiore libertà con cui si muovono gli animali terrestri intorno all’albero e sulla riva del mare corrisponde la sistemazione ordinata e calibrata delle diverse specie di pesci, assimilabili per la freschezza di tocco a quelli dei mosaici pavimentali romani. Irrompe al centro del quadro, avvolto dalla dorata luce divina, la figura di Dio Padre sospeso con l’indice alzato nel solenne atto della creazione. Egli sovrasta e domina l’intera composizione sia per la misura delle proporzioni sia per le cromie brillanti delle vesti che indossa, lumeggiate di tocchi di bianco, i quali enfatizzano la naturalezza delle pieghe delle stoffe. La stessa sensibilità cromatica informa le variazioni di toni del cielo, che vanno dall’azzurro puro alle striature di bianco e violetto rosato, e dei pesci, accuratamente descritti nel colore oltre che nella forma. Merito peculiare dell’artista sta nell’aver saputo domare la congerie dei soggetti e degli elementi all’interno una rappresentazione serrata e compatta: ne deriva una dinamicità controllata, senza sbavature o incongruenze, nel segno di uno vivido linguaggio cromatico, anch’esso vincolato ad una severa disciplina espressiva.