Non riuscì a farsene una ragione Georges Simenon, di non essere stato insignito del premio Nobel per la letteratura. Era convinto, infatti, di meritarlo. Non solo per il suo talento e per la sua poderosa prolificità (scriveva di media ottanta pagine al giorno tra romanzi, racconti, lettere e articoli giornalistici sotto lo pseudonimo di Georges…
Author: Gabriele
Tommaso Becket, il salterio e i quattro cavalieri
Scrive Thomas Stearns Eliot in “Dialogue on Dramatic Poetry” (1928): “Quando un’epoca possiede una pratica e una fede religiosa stabile, allora il dramma può e dovrebbe tendere verso il realismo. Più facili, più caotiche sono le convinzioni etiche e religiose, e più il dramma deve procedere nella direzione della liturgia”. In questo modo il drammaturgo…
Paul Auster e l’imponderabile
Per Paul Auster scrivere non era un atto di libera scelta, ma “una questione di sopravvivenza”. Nel saggio intitolato “L’arte della fama” lo scrittore statunitense sottolinea il legame “viscerale” tra lui e la letteratura, che congloba e, al contempo, trascende la passione per una professione in cui egli riconosceva la propria identità e la propria…
Simone Weil e l’elogio delle radici
Prima le radici, poi i diritti. Il principio formulato da Simone Weil nel saggio “La prima radice. Preludio a una dichiarazione dei doveri verso la creatura umana” (1949) scosse la società benpensante dell’epoca. Il teologo Christian Moller definì il libro “un monologo confuso e imbrogliato”, pur riconoscendo che in esso “brillano pagine molto belle”; dal…
Si può essere grandi anche senza Godot
Già all’inizio della sua carriera letteraria Samuel Beckett aveva le idee chiare. Nel suo secondo libro, “Murphy” (1938) – scritto dopo il romanzo rimasto inedito fino al 1992, “Dream of Fair to Middling Women” – il protagonista racchiude in sé, facendosene paradigmatica espressione, i tratti fondamentali della concezione esistenziale dello scrittore, poeta e drammaturgo irlandese,…
Balzac e l’uomo di piombo
“Se la stampa non esistesse, non bisognerebbe inventarla”: bandisce ogni diplomazia Balzac nel condannare, giornalista egli stesso (nonché editore) le brutture e “i procedimenti obliqui”, per dirla con Stendhal, del quarto potere. Lo scrittore francese era legato al mondo della stampa da un rapporto di amore e odio dal sapore catulliano. Quando, nella primavera del…
Artisti in fuga dal nazismo
L’arte d’avanguardia fu la prima vittima della politica culturale di Hitler, una volta salito al potere. In un clima dominato dalla censura, la propaganda nazista si propose di ripristinare l’antico ordine bandendo quella che veniva considerata la furia modernista: di conseguenza la cultura che aveva dominato la scena fino agli anni trenta fu espulsa dalla…
Cechov: pathos sì, ma non troppo
Fu un incontro casuale a cambiare la vita di Anton Cechov. Nel 1882 s’imbattè con lo scrittore Lekjin, direttore di “Schegge”, settimanale umoristico, che era alla ricerca di giovani collaboratori che avrebbe pagato due copeche in più degli altri giornali. Angustiato dalle ristrettezze economiche, Anton accolse l’offerta di Lekjin e nell’arco di pochi mesi divenne…
Lo studio di Matisse
E’ percorso da una spiccata vena bohèmien il quadro di Matisse intitolato “Studio sotto i tetti” (1903). La tela raffigura lo studio parigino dell’artista, agli inizi del Novecento. Il cavalletto, un piccolo tavolo, una cassa come mobile e una finestra luminosa sono gli elementi che costruiscono il contesto, inserito in una prospettiva che tende ad…
Il carteggio (nel culto del verso) tra Caproni e Sereni
Non poteva che scaturire dal culto del verso il dialogo tra Giorgio Caproni e Vittorio Sereni, vale a dire tra due protagonisti della poesia italiana del secondo Novecento. Scambiata tra il 1947 e il 1983, la loro corrispondenza si pone anzitutto come espressione della consapevolezza del valore insito nella poesia, la quale va difesa dalle…
