Sorprende la scelta del popolo britannico, sollecitato dall’Oxford Dictionaries, di indicare in “moist”, ovvero umido, la parola inglese meno amata. Il prestigioso sito culturale ha lanciato una campagna, a livello nazionale, per sensibilizzare i cittadini sul valore della propria lingua che paradossalmente sembra essere più apprezzata (secondo anche un sondaggio effettuato dal “Times”) più all’estero che in patria. La particolarità di questo sondaggio sta nel vagliare la sensibilità degli inglesi sul piano semantico, partendo da ciò che piace meno. Ecco dunque la sorpresa: alle parole “guerra”, “odio”, “male”, – respinte perché tristemente evocative – è stata anteposta l’umidità come “the least favourite word”: eppure è una di quelle parole che ha contribuito a fare la storia, e la tradizione, del Regno Unito.
Non c’è volta, infatti, che l’umidità non sia entrata di diritto nella più classica conversazione tra gentlemen, quella sul tempo. Essa è così connaturata nello spirito degli inglesi che si sarebbe portati a pensare che, di fronte a una ricognizione linguistica, tale parola rimanga sepolta nella mente del popolo britannico, senza suscitare sentimenti o emozioni.
“Una miriade di lemmi sono stati posti all’attenzione degli interpellati e pochi, anzi pochissimi avevano sospettato, all’inizio del sondaggio, che potesse verificarsi un esito così singolare” osserva Daniel Braddoch, dell’Oxford University Press. Ma volgendo indietro lo sguardo si potrebbe rintracciare nella scelta attuale una forma di vendetta per quanto accaduto in un lontano passato, quando alcune delle massime glorie letterarie del Regno Unito, Samuel Taylor Coleridge e John Keats (entrambi di salute cagionevole), dovettero lasciare l’amata patria per sfuggire al loro peggior nemico, l’umidità. Non a caso, nel “Dizionario dei luoghi comuni”, il francese Gustave Flaubert – non particolarmente amato dagli inglesi dell’epoca – definiva l’umidità “la causa di tutte le malattie”. Successivamente gli avrebbe fatto eco il connazionale Paul Valéry, il quale, in uno dei suoi aforismi, sentenziava che tra i nemici – sia dei libri, sia degli uomini – c’è, in prima linea, l’umidità.