Una donna di provincia, modesta ed ingenua, (Doris Day) incontra a New York un uomo dell’alta finanza (Cary Grant). Lei, disoccupata, gira in metropolitana; lui, magnate (che partecipa alle sessioni di lavoro delle Nazioni Unite), in limousine. In un giorno di pioggia, ferma sul ciglio del marciapiede, Cathy viene schizzata di fango dall’auto di lusso (guidata dall’autista) di Philip: lo spiacevole contrattempo li farà dunque conoscere e due mondi opposti verranno a cozzare: decoro pudico e dignitosa umiltà da un lato, eleganza sublime e potere smagliante dall’altro. Ne “Il visone sulla pelle” (1962) – uno dei film che hanno fatto la storia della commedia degli anni d’oro di Hollywood – il laborioso processo che porta la protagonista dalla quieta dimensione provinciale al dinamico versante cittadino viene raccontato con magistrale ironia: l’incisività del messaggio che la pellicola intende trasmettere ne acquista in spessore e profondità. Da principio il lusso attrae Cathy. L’impermeabile sporco di fango viene mandato subito in tintoria, ma poi non sarà più indossato: la donna di provincia vestirà, invece, abiti dell’alta moda, che accarezzerà con crescente voluttà. La protagonista, corteggiata con raffinata signorilità da Philip, rimane comunque fedele ai suoi saldi principi etici e morali: tuttavia il fatto di non girare più in una metropolitana affollata, ma di viaggiare nell’areo privato di lui, da sola, diretta alle Maldive con una hostess a bordo pronta ad assicurarle la più sollecita assistenza, non può lasciarla indifferente. E il visone, reale e simbolico, che le sfiora, con garbo vellutato, la pelle, produce in lei sensazioni mai provate prima. E ne resta imbarazzata, spiazzata e stordita. Quel tessuto, così allettante e seducente, sarà comunque destinato a corrodersi al contatto con la ruvida ma schietta fibra di una donna dai sani principi. Quel tessuto, però, non si sfalda: si arricchirà anzi di nuovi fili quando i due mondi, inizialmente opposti, sapranno giungere ad un nobile compromesso, coniugando in felice sintesi il pragmatismo della sostanza e l’eleganza della forma. A quel punto, il visone sulla pelle non sarà più una tentazione fallace, ma il tocco di classe che suggella la dirittura morale di una volitiva donna di provincia.