Contrariamente all’usanza dell’epoca, del romanzo “I Miserabili” non vennero distribuite copie in anticipo per uso dei giornali e delle riveste, chiamati a recensirlo. Secondo il professore e traduttore David Bellos, l’opera fu la prima ad essere messa sotto embargo.
Era la mattina del 4 aprile 1862 quando uscì “Fantine”, la prima parte del romanzo, in contemporanea a Parigi, Bruxelles, San Pietroburgo, Lipsia, ed altre città europee. Nessuno libro, fino ad allora, come evidenziano le cronache del tempo aveva mai avuto un lancio editoriale internazionale di così vasta e capillare portata. Hugo aveva chiesto la stampa di un’edizione popolare, insieme a quella tradizionale di lusso: azione resa possibile dai progressi della tipografia dell’epoca e dalla considerevole diminuzione del costo della carta. Quel giorno c’erano lunghe code davanti alle librerie e a Parigi la prima edizione di seimila copie andò esaurita con disarmante rapidità. Immediato, dunque, fu il successo di pubblico. Quando il mese successivo uscirono 48.000 copie della seconda parte dell’opera, in molti andarono in libreria con carretti e carriole per accaparrarsene di più.
La critica, invece, comincio ad applaudire al romanzo solo più tardi. Da principio fioccarono critiche robuste, anche velenose, tra l’altro vergate da penne illustri. Alexandre Dumas disse che leggere “I Miserabili” era come “farsi strada tra le fogne” (riferendosi ad una scena descritta ne libro), mentre Gustave Flaubert, in una lettera privata, si definì “oltremodo indignato” perché il romanzo era stato scritto “per le canaglie cattolico-socialiste e per i parassiti filosofici-evangelici”.
Il primo a brindare al successo del romanzo fu l’editore, il ventisettenne Albert Lacroix, giovane belga tanto ambizioso quanto lungimirante. Cresciuto nella tipografia dello zio (dove aveva maturato esperienza e sviluppato perspicacia) subito intuì il valore dell’opera. Decise di pubblicarla e si impegnò, pur di riuscire nell’impresa, a sobbarcarsi un prestito molto oneroso firmato con una banca. Una volta che “I Miserabili” conobbero fama e gloria, l’intraprendente e coraggioso editore potè ripagare il debito. Non solo: la sua piccola casa editrice si estese aprendo diverse succursali, anzitutto a Parigi, nella Parigi di Victor Hugo.